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“L’armonia è l’accordo di parti eterogenee tra loro”

Ogni tua parte è indispensabile all’armonia del tuo Essere, nella sua totalità.

Le parole di Osho – unite ai canti spontanei e appassionati di Kabir, il grande Mistico vissuto a cavallo tra XV e XVI secolo – ci dischiudono una dimensione estetica e surreale che trascende le parole che la creano, aprendoci spiragli di infinito attraverso l’immediatezza di immagini di trascendenza. La danza del tutto abbraccia e accetta ogni sua parte, la assorbe in una ricerca continua di armonia. Allo stesso modo l’uomo, per la tacita corrispondenza di macro e microcosmo, dovrebbe ricercare l’armonia delle proprie parti.

“Sei infelice perché desideri la felicità; è del tutto illogico, ma è la verità! Finché cercherai la felicità, sarai infelice, mentre il giorno in cui sarai disposto ad accettare l’infelicità, te ne sarai liberato. È una storia davvero incredibile.” Osho

«Come devi fare a trovare la verità dentro di te?
Per riuscirci, devi innanzitutto riconoscere ciò che è falso.»

Osho invita a un processo di comprensione, la cui “cifra” finale ha nome armonia.
Nel pesante clima di insicurezza che ci avvolge, spesso ci si dimentica di se stessi e della propria responsabilità nell’intricato gioco della vita, che ha come conseguenza l’incapacità di sostenere la più globale e la più repentina delle trasformazioni che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare.

Il senso di inadeguatezza che ci sovrasta può e deve essere equilibrato da una ritrovata intimità con se stessi, e da una chiarezza che può venire da Maestri di Realtà che hanno fatto del risveglio il senso del proprio esistere.
Infatti, una vita dedicata all’essere – non inteso come diventare qualcosa o qualcuno, ma come conoscenza di ciò che si è, della propria essenza – giunge a esprimersi con un linguaggio a noi ignoto, libero da stereotipi e pregiudizi, ma soprattutto svincolato dalla logica e dai tanti corollari della ragione. Ne risulta “una storia che non si può raccontare” ma che, paradossalmente, illumina e apre a comprensioni sorprendenti. Qualcosa che traspare in tutto il suo splendore e nella sua fragranza in queste pagine.

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Cristalline, nella loro verità, le parole di Osho – unite ai canti spontanei e appassionati di Kabir – aprono a qualcosa che va al di là della pagina scritta e trascende ogni possibile descrizione, generando un’improvvisa comprensione illuminante: «Sei infelice perché desideri la felicità! È del tutto illogico, ma è la verità: finché cercherai la felicità, sarai infelice, mentre il giorno in cui sarai disposto ad accettare l’infelicità, te ne sarai liberato. È una storia davvero incredibile…».

«Sembra una contraddizione: se qualcuno ti dice che hai perso la strada perché la stai cercando e se ti fermi la troverai, ti sembra un’assurdità e, in effetti, è un concetto davvero inesprimibile! Eppure è la verità: finché continui a correre, non troverai nulla, perché ciò che stai cercando è nascosto dentro di te. Finché continuerai a correre, non farai che girare a vuoto perché ciò che stai cercando è te stesso. Dove pensi di arrivare correndo? Più corri, più, nella frenesia, ti scorderai di te stesso: fermati!».

Ed è nell’attimo di sospensione che si crea di fronte all’incredibile paradosso che illustra e riassume la nostra vita, che qualcosa accade: all’improvviso ci si ritrova catapultati dentro di sé, in una dimensione in cui regna armonia… di fronte a un possibile nuovo inizio, ulteriormente inenarrabile. Qualcosa che si può solo vivere, di cui si può soltanto gioire. Anche solo sapere che questa opportunità esiste, può cambiare qualcosa nella propria vita, nell’idea di se stessi e nelle priorità che scandiscono la nostra vita quotidiana.
E Osho non si limita a teorizzare: consiglia anche processi introspettivi, suggerisce metodi e tecniche di risveglio che non implicano riti e rituali, ma richiedono di coltivare un’intimità con se stessi partecipe e comprensiva, il solo modo per arrivare a cogliere i motivi e le ragioni che portano a sognare, a illudersi e a perdersi nel grande gioco della vita. Ed è ancora la comprensione lo strumento principe, la chiave per arrivare ad aprire le porte della verità.

«Scordati della destinazione, comprendi con precisione come ti sei perso e improvvisamente sarai arrivato a casa! Non preoccuparti di quale sia la verità, perché per ora non sei in grado di conoscerla; finché sei legato alla falsità, non c’è modo di conoscere la verità. Come puoi conoscerla, finché sei falso? E come devi fare a trovare la verità dentro di te? Per riuscirci, devi innanzitutto riconoscere ciò che è falso.»

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